|
Quando
nacque la piccola Maria, in famiglia si fece gran festa perché,
dopo quattro maschi, finalmente era nata una femmina.
Alla
bimba venne dato il nome Maria, ma ben presto, a causa del suo
aspetto gracile e minuto, cominciarono a chiamarla tutti
Mariuccia.
Così, anche se crescendo era diventata alta
e di corporatura massiccia, il suo nome non era cresciuto con lei
e, seppure con i capelli d’argento e le rughe della nonna
che, nel frattempo era diventata, per i suoi nipotini e i loro
amici era sempre nonna Mariuccia.
Il sabato pomeriggio
di ogni settimana l’anziana signora li riceveva in visita
per qualche ora.
Per l’occasione sfornava dolcetti di
pasta frolla a forma di animaletti e tra un dolcetto e un succo di
frutta raccontava loro storie scaturite dalla sua fantasia e
storie realmente accadute.
I piccoli con la bocca piena di
tutto quel ben di Dio sgranavano gli occhi stupefatti mano a mano
che il racconto procedeva, non sapendo distinguere la fantasia
dalla realtà, anche perché la nonna si divertiva
quanto loro in quel gioco, simile a quello che si instaura tra
l’attore che recita una parte e i suoi spettatori.
Quando,
all’ora pattuita, le mamme venivano a riprendersi i piccoli
per tornare a casa, i bambini e l’anziana signora si
salutavano a malincuore.
I piccoli quella notte
avrebbero sognato di arrampicarsi sugli alberi di olive, di
fendere con il volto l’aria profumata della primavera nelle
corse sfrenate con i loro fratelli, o di farsi cullare dalle onde
del mare d’agosto, vicino alla riva, come aveva fatto nonna
Mariuccia alla loro età.
L’anziana signora,
invece, rimaneva ancora un po’ in salotto, con una tazza
fumante di camomilla nella mano e il gatto di casa accovacciato ai
suoi piedi.
Attendeva così che il sonno
sopraggiungesse e le chiudesse piano piano le palpebre, per
ritrovarsi bambina tra i bambini: gli amici della sua infanzia o
quelli che le fanno compagnia in vecchiaia? Ma questo, forse, non
ha molta importanza; quello che per lei conta è
risvegliarsi con negli occhi e nelle orecchie quell’esplosione
di gioia e di gioventù.
A sabato prossimo nonna
Mariuccia e, mi raccomando, non farci mancare il profumo dei
biscotti e dei racconti!
I
tuoi piccoli amici.
|
|
When
little Maria was born, her family celebrated, because finally
after four boys a girl had arrived.
The
baby was named Maria, but soon, due to her tiny and delicate
appearance they started to call her Mariuccia.
Hence
though she grew up to be of strong build her name did not grow
with her. Although she was now a granny with silver hair and
wrinkles to her grandchildren and their friends she was still
Granny Mariuccia.
Every
Saturady afternoon the old lady received visiting them for a
couple of hours.
For
the occasion she always baked animal shaped biscuits and whilst
eating them and drinking some fruit juice she would recount
stories, either truly occurred or fruit of her own imagination.
The
children, their mouths filled with all the treats would listen
wide-eyed to the unravelling of the stories, unable to distinguish
between reality and fiction. Mariuccia enjoyed this game as much
as they did, a game similar to that generated between an actor and
his audience.
When,
at a set time, the mothers came to pick their children up and take
them home, both the children and the old lady were sad.
That
night the children would dream of climbing olive trees, of feeling
the scented spring air upon their faces whilst running with their
brothers, of being rocked by the August sea waves upon the shore
just as Granny Mariuccia had done at their age.
The
old lady instead would sit a little longer in the
living-room with a hot mug of chamomile tea and her cat lying at
her feet.
She
would then wait for sleep to come and for her eyelids to close in
order to return child herself surrounded by children: her
childhood friends or those of her old age? This is not important,
what matters is that she awakes with her eyes and ears filled with
that explosion of happiness and youth.
See
you next Saturday Granny Mariuccia, please don't let us miss your
lovely biscuits and stories!
Your
little friends.
(English
translation by Jacqueline Hargrave)
|
|
Terms
of use: This is an open-access work distributed under the terms of
the Creative Commons Attribution License, which permits
unrestricted use, distribution, and reproduction in any medium,
provided the original author, translator and source are credited.
|